Bruce Springsteen: Born To Run

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(rollingstone.it)

Bruce Springsteen racconta Born to Run: “Pensavo che non avremmo fatto altri dischi”. In un’intervista del 2005, il Boss racconta scrittura e registrazione del classico del 1975: “Avevo ambizioni enormi. Rappresentava il mio presente e il mio futuro. Ci abbiamo lavorato in modo malato e ossessivo”.

“Ero sotto contratto con la Columbia di John Hammond e Clive Davis. Dopo il mio primo disco, Davis se n’è andato e sono caduto in disgrazia. Nessuno investiva più in me. Quando è uscito The Wild, the Innocent and the E Street Shuffle non l’hanno promosso più di tanto. Ricordo che quelli dell’etichetta venivano ad ascoltare la giovane band promettente che apriva i nostri concerti e poi se ne andavano prima che salissimo sul palco”.

“Born to Run è uscito sei mesi prima dell’album. Abbiamo mandato la canzone alle stazioni radio. Il singolo è andato bene. Credo che il disco sia partito bene proprio perché il singolo era da tanto tempo nelle radio FM”.

“All’epoca la musica rappresentava tutta la mia identità. Il disco è venuto bene perché l’abbiamo scritto e suonato fino a impazzire”.

“Quel disco è influenzato da molti dei miei eroi. C’era tanto della musica che amavamo, ma anche qualcos’altro: una sensazione di terrore e incertezza sul futuro e su chi eravamo, su dove stavamo andando e su tutto il nostro Paese”.

 

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