Cinema – Cate Blanchett (Coppa Volpi – Venezia 79 – film “TAR”)

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“Non mi permetto di dire alle donne cosa debbano fare. Ognuna deve essere fedele alla sua natura. E’ ciò che conta veramente”.

“Quando ho iniziato la carriera, la parola “attrice” aveva un senso peggiorativo. Ma non ho mai pensato che il mio lavoro fosse diverso da quello che faceva un uomo. Il femminismo è questo: la richiesta di un’uguaglianza genuina, sofisticata, orientata al futuro”.

“Per quanto riguarda la carriera, mi sento in continua evoluzione, e nel frattempo cerco di capire chi sono. Mi piace cambiare, mi dà speranza sul futuro”.

“Negli anni 70 le donne si presentavano divise, le loro rivendicazioni non erano considerate un vantaggio per l’intera società. Le femministe, per le conservatrici, appartenevano a una specie aliena. Oggi siamo più interessate a collaborare, più orientate a trovare soluzioni. Questo non sarebbe stato possibile senza ciò che è successo negli anni 70: le proteste e le paure dovevano venire in superficie. Quelle proteste erano figlie degli anni delle suffragette. Il concetto di unione femminile che sta nascendo oggi è una grande opportunità anche per gli uomini”.

“Non rifletto a lungo su quanto mi piaccia un ruolo, o quale sia il suo valore. E’ il personaggio che deve solamente affascinarmi. Deve essere una sfida altrimenti non lo prendo in considerazione”.

“Viviamo un’epoca molto difficile, piena di contraddizioni. Siamo in guerra. Ci sentiamo sessualmente e moralmente liberi, eppure siamo terrorizzati da ciò che facciamo e diciamo. E’ un’epoca molto più conservativa di quanto si voglia ammettere. I film che hanno successo sono quelli che non sollevano questioni morali o emotive. Ma è giusto e assolutamente necessario che si continui a criticare, a mostrare che alcuni non sono d’accordo, per dare la possibilità di continuare a riflettere e ad evitare l’omogeneità”.

“Siamo creativi perché istintivamente curiosi come i bambini che pongono mille domande. Alcuni di noi crescendo smettono di esserlo per evitare di correre dei rischi. Non c’è grande rivelazione o scoperta che non sia frutto di una serie di errori o fallimenti precedenti”.

 

“Il teatro permette di instaurare un rapporto diretto con il pubblico, è un lavoro d’equipe. Il cinema contempla un’opera di approfondimento, di studio per delineare la personalità di chi interpreti, cosa che permette all’attore una maggiore libertà creativa”.

“Non seguo una dieta particolare. Cerco di tenermi lontana dai cereali, anche se amo il pane, ma evito gli additivi. Però bisogna godersi un po’ la vita. Ci sono serate in cui mi concedo qualche coppa di champagne”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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