TV: Ballando con le Stelle – Iva Zanicchi

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“Ho iniziato a scrivere il romanzo “Un altro giorno verrà” mentre ero malata di Covid.  E’ una saga familiare che attraversa l’intero Novecento, racconta l’Italia di tanto tempo fa, ma anche una metropoli come New York, ed è popolato da personaggi indimenticabili, per lo più maschili, tutti di straordinaria volontà e dignità. La scrittura mi fa vivere emozioni incredibili, mi porta in altri mondi. Io divento i miei personaggi”.

 

“Sono nata in un piccolo borgo. Sono riuscita a realizzare i miei sogni grazie a tanta determinazione e un grande senso di rivalsa. La mia famiglia era umile, non ci mancava niente, ma non potevamo permetterci grandi cose. Fin da piccola sognavo di fare musica e teatro. Cantavo nell’osteria di mia nonna e in chiesa. Mi ha aiutato la curiosità, non avendo una grande istruzione. Ho sempre creduto nell’amore, l’amore per la vita, la natura, gli animali. Se tutti credessero nell’amore non ci sarebbero più guerre”.

“Il mio primo Sanremo del 1965 è stato uno shock. Arrivavo in Riviera dopo il successo di “Come ti vorrei”. Ma talmente agitata che, appena salita sul palco, non sono riuscita a cantare bene e mi hanno eliminata. L’anno successivo è stato quello della svolta. Ho raggiunto la finale con “La notte dell’addio”, canzone scritta da Memo Remigi. L’anno dopo ho vinto con “Non pensare a me”. In seguito mi sono piazzata al primo posto con “Zingara” e “Ciao cara come stai”, affiancata da partner importanti come Claudio Villa e Bobbi Solo”.

“In altri Paesi invece gli artisti maturi si venerano fino all’ultimo, sulla scena. Per fortuna le cose stanno cambiando anche in Italia. Ricordo che Nilla Pizzi si lamentava di non essere invitata negli show del sabato sera. Lei era la vera regina della canzone italiana”.

“Ho sempre ammirato Mina per la grande duttilità, Ornella Vanoni perché arriva direttamente al cuore, Patty Pravo per la sua presenza scenica e per un repertorio meraviglioso”.

 

 

 

 

 

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