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Sanremo 2023 – Carla Bruni

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“Sono maturata. Ma non si cambia mai veramente. Da giovane ero un groviglio di desideri confusi. Cercavo la riconoscibilità, il successo, la luce. Ma al tempo stesso inseguivo la solitudine e la pace”.

“Io vengo considerata fredda, distante, ma sono molto diversa. Vivo di passioni. Sono italiana”.

“Sono stata entusiasta di entrare all’Eliseo nel 2008, ma anche di uscirne. È stata un’esperienza eccezionale, un periodo appassionante in cui ho imparato ad apprezzare mio marito ancora di più per il modo in cui ha fatto il presidente. Ma alla fine del mandato mi sono sentita sollevata, e soprattutto per lui”.

“La storia tra Nicolas fin dall’inizio è stata particolare. Io avevo 40 anni, lui veniva da due divorzi. Eravamo due persone mature e consapevoli. L’amore ha aggiunto colore alle nostre vite. Quando ho incontrato Nicolas ero decisa a non sposarmi mai. Volevo rimanere libera per fare le mie cose, scrivere, cantare. Avevo già un figlio. Nicolas ha ribaltato le mie certezze. Mi ha fatto sentire protetta, come nell’infanzia”.

“Da ragazza rincorrevo il successo a tutti i costi. Era un’ambizione dettata dalla vanità. Oggi che sono un personaggio pubblico convivo bene con la mia notorietà”.

“Quello di première dame non è stato un mestiere. Il lavoro era di mio marito, e non era facile. Io avevo un ruolo di rappresentanza. Prima avevo accompagnato solo me stessa in giro per il mondo. La vita da modella mi ha riservato cose belle e meno belle. É un mondo che sa essere molto crudele, complicato, brutale. C’è una violenza di sottofondo in questo concetto del “fisico perfetto” che è quasi paradossale. Il fascino e la bellezza non dipendono mica dal fisico. La moda è interessante, fare la modella no. È un mestiere che possono fare tutti, non c’è bisogno di studi. Si tratta solo di imparare a posizionarti in un certo modo sulla passerella o davanti all’obiettivo di un fotografo. Quello della musica è un universo meraviglioso. Amo il fatto di poter esprimere la mia creatività”.

“Per me le canzoni sono una specie di rifugio. Quando scrivo le mie lo faccio come se fossero un posto dove rifugiarmi. Le canzoni non risolvono le cose che non possono essere risolte, ma mettono una distanza dalle grandi domande. È come se addomesticassero la vita, le paure”.

“Gli anni ’90 erano molto più liberi. Ora siamo entrati in un momento un po’ scuro. Un momento in cui si denuncia la gente, in cui l’indignazione è sempre basata su qualcosa di abbastanza ignorante, in cui ci sono grandi movimenti da seguire come se fossimo tutti delle pecore. Mi preoccupa molto”.

“Non ho un rapporto particolare con la bellezza, né quella che mi viene attribuita, né quella degli altri. La bellezza sublime può affascinarmi in Ava Gardner, Monica Vitti o Romy Schneider. Io preferisco la grazia e il fascino. Non sono mai stata attratta dalla pura bellezza”.

“Sono cresciuta musicalmente ascoltando di tutto: Georges Brassens, Bob Dylan, Aretha Franklin, Clash, Fabrizio De André, Mozart, Schubert, Verdi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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