“Sono cresciuto in un quartiere malfamato. Ho conosciuto fame, crimine, droga. Ho sempre combattuto con determinazione per lasciare quel posto e non morire lì. Sopravvivere a un quartiere cattivo ti fortifica”.
“C’è stato un periodo della mia vita in cui ero egocentrico, pensavo solo a me stesso. Ho dovuto imparare nel modo più duro cos’è la vita”.
“Vivere richiede molto coraggio. E’ un viaggio dove per molto tempo non ti accorgi che ci sarà anche una fine. Ho gestito tante cose brutte nella mia vita. Oggi non le rifarei. Sono felice di saper distinguere le cose buone da quella cattive”.
“Ricordo quando andavo a sdraiarmi sulla tomba di Sonny Liston per sentire il respiro della morte. Sonny in vita sua non aveva sorriso più di tre volte. Mi sentivo vuoto, non mi fregava della vestaglia di cincillà, della corona di rubini e della collana di diamanti che mi aveva regalato Don King. L’unica musica che avevo in testa era una marcia funebre”.
“Vorrei diventare un intrattenitore, un animale da palcoscenico, il nuovo Eddie Murphy, uno che diverte, che sta nello showbiz. Mi sono esibito all’MGM di Las Vegas, con un monologo in cui raccontavo la storia della mia vita”.
“Mia madre era una prostituta. Quando è morta non avevo nemmeno i soldi per comprarle la bara. Tornato dal suo funerale sono andato svaligiare case. Ero un piccolo delinquente insicuro, grasso e sporco. Andavo nei bar e mi ubriacavo, ed è quello che ho fatto dopo aver vinto il titolo mondiale. Mi esaltavo e poi mi buttavo giù, tornavo nella mia Brooklyn, in Amboy street, un brutto posto, a bere e fumare erba sul marciapiede. Quando avevo 15 anni andai a Woodstock, entrai da una chiromante che leggeva i tarocchi, mi disse: illuminerai il mondo per un breve periodo, ma avrai tanti guai. Avevo una bassa autostima e un ego stratosferico”.
“Il ring è stato il mio cibo. Sono cresciuto vedendo i filmati di Johnson, Dempsey, Robinson, Louis, Liston, Ali. Ogni volta che ho copiato un colpo ho attribuito la giusta paternità”.
a.s.