Calibro 35

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“I Calibro 35 sono un progetto partito nel 2007. Abbiamo iniziato a frequentarci in studio, dove tutto da subito ha funzionato per il meglio. Abbiamo trovato immediatamente la giusta alchimia”.

“Abbiamo esordito proponendo i temi dei film “polizziotteschi”, rivisitati in chiave personale. Eravamo interessati a quella materia musicale, un mix di vari generi: classica, jazz, rock, funk”.

“Suonare soprattutto brani strumentali ci ha permesso di essere apprezzati anche in altri Paesi:  Stati Uniti, Brasile, Balcani, Turchia, Spagna”.

“Il cinema ha molto bisogno della musica, più di quanto la musica abbia bisogno del cinema. Non è un caso che il compositore sia accreditato tra gli autori di un film, poiché lo scrive e lo firma tanto quanto lo sceneggiatore ed il regista. Il suo apporto autoriale alla narrazione è fondamentale”.

“Molte delle musiche alle quali ci siamo ispirati sono state campionate per realizzare numerosi beat hip hop.  Basta pensare ad artisti del passato e della scena attuale come: David Axelrod, Galt Mc Dermont, Piero Umiliani, Ennio Morricone, Daptone, Hiatus Kaiyote, Adrian Younge”.

“Abbiamo sempre apprezzato Ennio Morricone, tanto che abbiamo deciso di dedicargli l’album “Scacco al Maestro”. Lo abbiamo realizzato con la collaborazione di Matthew Bellamy, leader dei Muse, che suona la chitarra in “Arena”, e Diodato che presta la voce in “C’era una volta il West”. Morricone era capace di attrarre con un tema molto semplice, tre note suonate però da uno strumento che non ti aspetti. Sapeva usare gli strumenti come fossero personaggi di un film. E’ stato il più grande a fare musica funzionale nel 900. E’ riuscito a dare il meglio di sé nella musica da film perché la considerava un gioco, vi si approcciava con la leggerezza di un bambino”.

“Negli anni ’60, nel mondo del cinema, c’erano degli ottimi musicisti: Riz Ortolani, Piero Umiliani, Piero Piccioni. Quella era la “golden age” delle colonne sonore italiane. Negli anni ’60 e ’70 gli artisti italiani erano a un livello superiore. Purtroppo quel tipo di rapporto con la musica, molto legato alla scrittura, si è completamente perso”.

 

 

 

 

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