La musica da leggere: Lonely Boy. La storia di un Sex Pistol (Steve Jones)

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(orgoglionerd.it)
La storia di Steve inizia fra le strade di Hammersmith e Shepherd’s Bush, West London. Un ragazzo trascurato che vive con piccoli furti ed espedienti. Fino a quando il glam rock di David Bowie e dei Roxy Music non lo fulmina. Diventa parte della prima generazione di punk, insieme a Malcolm McLaren e Vivienne Westwood. La sua tristezza diventa musica. Da King’s Road fino al punk rock e la registrazione di Never Mind the Bollocks, per poi arrivare all’esilio autoimposto in America dove combatte i demoni di alcol, eroina e dipendenza dal sesso. Questo libro racconta la vita del chitarrista che ha cambiato la storia con i Sex Pistols.

(universorockandmetal.com)
Steve Jones, il chitarrista dei Sex Pistols non ha mai amato aspettare. Quello che ha voluto se l’è preso, conquistato. Lo narra nell’autobiografia Lonely Boy, la storia di un Sex Pistol. Una band di “scappati di casa” tra le più influenti di sempre, che annovera un unico album ufficiale in studio: Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols (1979), più diversi singoli, numerose raccolte e il disco The Great Rock ‘n’ Roll Swindle, soundtrack della pellicola diretta da Julien Temple, La grande truffa del rock ‘n’ roll.

Oggi Jones (musicista, produttore discografico, attore) vive a Los Angeles. Nella prefazione del libro, Chrissie Hynde (The Pretenders) lo definisce “un timido teppista della zona nord ovest di Londra. Quando la band si sciolse, fece come Lemmy e fuggì a Los Angeles”.

Il racconto di Steve comincia nelle strade di Hammersmith e Shepherd’s Bush, dove un giovane trascurato, che vive alla giornata tra espedienti e furtarelli, trova un obiettivo nel glam rock dell’uomo delle stelle David Bowie e dei Roxy Music, ritenuti tra le principali influenze per il movimento musicale new romantic e synth pop dei primi anni Ottanta. Jones entra a far parte della prima generazione di punk teppisti, sotto lo sguardo di McLaren e dell’icona inglese Vivienne Westwood. L’ex chitarrista dei Pistols descrive l’angoscia per non aver conosciuto suo padre, l’abbandono e l’abuso che ha subito per mano del patrigno. E in che modo il suo viscerale interesse nei confronti della musica e della moda lo abbia tratto in salvo da una potenziale esistenza orientata al crimine, trascorsa all’interno dei centri di detenzione e in prigione.

Jones narra l’esilio autoimposto a New York e Los Angeles, dove è stato rapito dalla passione per le moto, è qui che ha intrapreso un’incessante lotta contro l’alcol, l’eroina e la dipendenza dal sesso. Tutto questo lo ha portato dentro Lonely Boy, una storia senza filtri, un volume contraddistinto “dall’autoironia con cui racconta i suoi aneddoti, da un candore forte come un riff iniziale di God Save the Queen dei Pistols”, scrive il Washington Post.

(satisfiction.eu)
Il resoconto della propria vicenda umana offerta da Jones avvince grazie alle  componenti che lo hanno reso uno dei numi riconosciuti della scena punk: tremenda velocità di esecuzione e completa mancanza d’ossequio per qualsivoglia “forma”. Ecco dunque il chitarrista raccontare le segnanti molestie subite dal patrigno, i tentativi di adescamento da parte dei pedofili, le disturbatissime quanto fantasiose perversioni sessuali, l’insopprimibile predisposizione al furto e all’insubordinazione verso la morale comune, il semi-analfabetismo legato alle difficoltà di apprendimento a scuola, la genuina anaffettività nei confronti delle donne influenzata dal complicato rapporto con sua madre, la patologica dipendenza nei confronti dell’alcol, della droga e della fornicazione indiscriminata. Non manca un’ampia “retrospettiva” dell’epopea dei Pistols e del movimento punk. Fino ad arrivare alla lunghissima, avventurosa carriera americana seguita allo scioglimento della band di “Pretty Vacant” e “God save the queen”, dipanatasi in oltre tre decadi zeppe di progetti musicali più o meno riusciti, di collaborazioni-scontri con i più grandi interpreti del rock classico e di un’altalena di emozioni che ha visto Jones affondare, tornare a galla, di nuovo cadere e infine conquistare quello status iconico che non potrebbe essergli negato nemmeno dal suo detrattore più acerrimo.

 

 

 

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