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La libreria di Radio Tolfa Europa: L’amore è lavoro. Economia e relazioni dalla rivoluzione industriale alle app di dating (Moira Weigel)

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(carmillaonline.com)
Il volume di Moira Weigel mostra come la storia del dating appuntamento amoroso) si intrecci con le trasformazioni del modo di lavorare delle persone. Una storia che ha preso il via con la rivoluzione industriale e con l’urbanizzazione, con l’uscita di casa delle donne per recarsi al lavoro, quando si è presentata la possibilità di incontrare persone estranee alla ristretta cerchia famigliare e di vicinato ampliando in maniera inedita le possibilità di relazioni. Il diffondersi di spazi pubblici nelle città, come le bettole e le sale da ballo destinate alla working class, che consentivano la concentrazione di estranei in un medesimo spazio delimitato, dunque la possibilità di entrare in relazione con estranei, hanno svolto un ruolo non così diverso da quello dalle attuali app per incontri.

Il dating, sottolinea la studiosa, è lavoro in senso stretto, un lavoro al contempo fisico ed emotivo. Nel primo caso si pensi a tutto ciò che, secondo le riviste, i programmi televisivi, il cinema e le piattaforme digitali, deve fare una donna per essere desiderabile: l’acquisto di capi di abbigliamento alla moda, la cura della forma fisica e dell’aspetto si traducono in un costante sforzo sulla propria produttività, dunque in lavoro necessario per far fronte alle spese richieste dall’imperativo consumista che pretende di essere seducenti consumando.

Il dating è divenuto un business redditizio, ha reso necessario l’acquisto di merci per potersi incontrare con un/una potenziale partner e ciò avviene anche sulle attuali app di incontri che richiedono come pagamento il tempo speso ad aggiornare l’account personale, l’attenzione che occorre riservare agli inserzionisti e, soprattutto, la concessione di dati personali anche molto intimi.

La studiosa ricorda come la lingua americana possieda ancora numerose espressioni gergali che descrivono il dating come una “forma di transazione”: si ricorre ancora ad espressioni come shop around, per suggerire che gli esseri umani devono guardarsi attorno per “acquistare” un/una partner; si invita, o si è invitati, a non concedersi troppo velocemente per non “svendersi”; si afferma di essere sul punto di “concludere l’accordo” alludendo al raggiungimento della consensualità nel rapporto di coppia; si parla di friends whit benefits (“trombamici”) quasi a sottintendere una tranquillizzante sensazione di sicurezza nell’investimento sessuale.

Con esplicito riferimento al dating si parla poi di “costi e benefici”, di “investimenti a basso o ad alto rischio” alludendo alle relazioni che si intendono intraprendere e persino di “posizionamento” e di “ottimizzazione” nel settore della “industria dei consigli” in cui si invita ad affrontare la vita amorosa con strategie di tipo aziendale.

La consuetudine del dating, scrive la studiosa, si è sviluppata in un’epoca in cui si riteneva ancora che il lavoro e il tempo libero fossero due sfere ben distinte dell’esistenza umana e l’appuntamento veniva percepito come un allontanamento dal lavoro, un momento di divertimento utile a riprodurre la forza lavoro. Quando il tempo libero iniziò a rivelarsi a sua volta monetizzabile e gli impieghi stabili tradizionali lasciarono il posto a lavori sempre più temporanei, a rendere difficile la costruzione di relazioni al poco tempo a disposizione si aggiunse la sensazione di precarietà.

L’immaginario yuppie ha ribadito che se l’amore richiede lavoro, non di meno richiede tempo e dato che quest’ultimo è denaro, non conviene investire eccessivamente su un rapporto che potrebbe non esaudire le aspettative in maniera duratura. “

 

 

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