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Fontaines D.C.

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“All’inizio, quando eravamo giovani, avevamo sentito questa passione per la musica, che è diventata un mezzo di scoperta. Per scoprire non solo altri artisti, ma anche i nostri stessi sentimenti. Ma quando siamo andati al college, tempo dopo, abbiamo capito che si trattava di qualcos’altro”.

“Pensiamo che gli americani abbiano una capacità speciale di fantasticare e di essere realisti. I poeti beat erano molto attenti alla crudezza che si respirava a New York in quel periodo, ma allo stesso tempo anche a innalzare quei personaggi sul piano della fantasia, rendendoli quasi lirici, anche se erano umani, facendoli diventare qualcosa di più. È qualcosa che abbiamo cercato di fare a volte nei nostri testi”.

“I Beach Boys ci hanno mostrato come rilassarci e divertirci. Brian Wilson ha fatto del pop un’arte estremamente elevata. E l’ha fatta sembrare così semplice e divertente”.

“La guitar music è in un momento in cui sta dicendo qualcosa di nuovo. La cosa più importante è non rivolgere lo sguardo solo all’indietro e rifare le cose del Rock n’ Roll del passato, ma guardare avanti e inventarsi qualcosa di nuovo”.

“Nella testa dei britannici e degli irlandesi c’è la tendenza ad associare la Francia e Parigi alla grandiosità, alla modernità e al liberalismo. Noi siamo rimasti colpiti dal livello di profondità del pensiero politico. Le persone che incontri lì sono più coscienti e coinvolte, discutono di politica anche al pub, cosa che in Irlanda e in Inghilterra accade di rado. Da noi la principale forma d’arte è la musica perché è la più accessibile economicamente. Una persona della working class fa molto prima a imbracciare una chitarra. Noi, come band, abbiamo sempre sentito il bisogno di guardare altrove. Abbiamo inserito un po’ di letteratura, abbiamo tentato con tecniche di produzione nuove più coinvolgenti e difficili da ottenere”.

“Apprezziamo molto i Korn. La loro è una musica molto espressiva, oltre che divertente. Ha influenzato il nostro modo di scrivere, la struttura delle nostre canzoni”.

“Abbiamo sempre cercato di essere romantici. Quando vivevamo a Dublino il romanticismo era intorno a noi”.

“Per noi vivere a Londra ha un significato. Ci offre la sicurezza di poter realizzare qualsiasi suono vogliamo. Con i tour giriamo tanto per il mondo, vediamo molti posti. A Londra possiamo permetterci di sperimentare anche con la musica techno”.

“Amiamo l’Italia. C’è un’energia particolare nel vostro Paese, simile a quella che abbiamo trovato Messico. Quando abbiamo suonato in Italia il pubblico ci ha trasmesso delle forti emozioni, una grande energia”.

“Nei primi album eravamo molto apolitici, parlavamo di emozioni. Da quando ci siamo trasferiti a Londra è venuto fuori il nostro essere irlandesi”.

 

 

 

 

 

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