iklibri.it)
“La legge del bar e altre comiche” era il titolo della prima edizione di questo libro pubblicato nel 1996. “La legge del bar” riappare con nuovi titoli, e con il nuovo sottotitolo: “E altre irresistibili leggi dell’essere”. “La legge del bar” è il racconto di un mondo che non esiste più, di un ambiente che oramai non è più quello e chi ancora lo frequenta, e conserva certe caratteristiche di un tempo, è da considerarsi un sopravvissuto. Ma niente è più lo stesso: i giochi di carte, il calcio, i Natali, i viaggi e la politica. C’è qualcosa che non è cambiata: l’ironia, l’amore per il paradosso, l’esercizio dell’intelligenza, il gusto per lo scherzo e per la battuta, la gioia di vivere, di meravigliarsi ancora.
(foglieviaggi.com)
Guccini riporta in vita un mondo ormai scomparso ma profondamente sedimentato nella memoria. Un universo regolato da norme inflessibili, scandito dall’ironia, fondato sulla programmatica assenza di correttezza formale. L’ironia del Maestrone tratteggia personaggi leggendari. Tra i frequentatori del bar c’è il play boy. Ne esistono di due tipi. Quello del bar dell’Appennino è uno che “colpisce in silenzio, non si vanta, perché lì si conoscono tutti e le chiacchiere volano come le rondini in primavera. Il play boy colpisce e tace”. In città, invece, il grande amatore entra verso mezzanotte e fa in modo di essere sentito da tutti mentre chiede “un Vov, per dimostrare a tutti che l’assunzione dell’energetica bevanda potrebbe in qualche modo reintegrare le energie fisiche perse nell’ultimo certame amoroso”. C’è poi la figura del Professore, uno che sa tutto di tutto lo scibile umano e non parla: pontifica. E poi l’esperto di tutti i giochi di carte, che commenta, insegna, importuna i giocatori con consigli non richiesti e soprattutto tardivi. E il raccontatore di palle, il mitomane. Accolti da battutacce, provocazioni, lazzi e frizzi ogni volta che ci provano, a spararle più grosse di loro.