Pierfrancesco Favino

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“La cultura, la curiosità fanno parte della mia vita. Tenermi informato, andare al cinema e alle mostre, la lettura hanno costruito la mia identità”.

“Mi piace confrontarmi con il pubblico ma non sui social. Mi sembra più corretto esprimere delle emozioni, delle idee in scena o davanti alla macchina da presa. Finito lo spettacolo capita di fermarmi in teatro per parlare con il pubblico”.

“Sono una persona molto riservata. Cerco di tenere per me la mia vita privata”.

“Penso che l’Italia abbia bisogno di maggiore professionalità, preparazione, formazione, non solo per quanto riguarda la classe politica. Abbiamo eccellenze straordinarie ma vanno sostenute, garantite, premiate, su di loro si deve investire”.

“Ricordo che casa nostra era sempre aperta. Quando tornavo, scoprivo qualcuno che non conoscevo seduto a tavola con me e le mie tre sorelle. C’era sensibilità artistica, si leggeva tanto, si ascoltava la musica, si andava a teatro. Avevo sette anni quando un “Don Carlos” di Schiller mi folgorò e mi aiutò a intravedere il futuro”.

“A Sanremo ho avuto il coraggio di essere me stesso, di giocare. Il festival ha mostrato che non sono così pensoso che il mio aspetto fisico o qualche pellicola possono aver lasciato immaginare”.

“A me piace interpretare personaggi realmente esistiti, ma anche di fantasia. Non mi sento il paladino della ricostruzione storica di certa Italia”.

“Gli attori cui mi sono maggiormente ispirato sono Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté, opposti nel modo di recitare”.

“Ho fatto il cameriere, il buttafuori, il pony express, le consegne dei pacchi di Natale, il servizio d’ordine fuori dalla discoteca, l’accompagnatore dei bambini sui cavalli a Villa Borghese. La mia prima casa era un appartamento di 30 metri quadrati. A me sembrava una reggia”.

“Campavo bene ed ero felice anche con 60.000 lire alla settimana. Oggi le persone hanno deciso che sono sexy, domani potrebbero cambiare idea dicendo che sono brutto. Non aspiro a essere considerato il più bravo attore italiano”.

“Mi sono guadagnato tutto senza mai avere una raccomandazione, una spinta, una parola o una telefonata”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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